L’EMDR è una delle più consistenti novità comparse nell’ambito scientifico della psicoterapia negli ultimi vent’anni. Messo a punto da F. Shapiro nel 1989 negli Stati Uniti.
EMDR è l’acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è una tecnica innovativa, che utilizza i movimenti oculari o comunque una stimolazione bilaterale alternata, per promuovere l’elaborazione, che si era bloccata, di eventi traumatici disturbanti.
Nell’ultimo decennio ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, ed è stato accreditato come terapia elettiva per il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), ma anche per i disturbi d’ansia, la depressione e il dolore cronico.
L’EMDR rappresenta uno strumento importante per elaborare gli eventi di vita stressanti che frequentemente rappresentano un fattore d’insorgenza nella depressione, nel disturbo di panico, ma anche nei disturbi fobici, ossessivi, in quelli del comportamento alimentare, nelle dipendenze, nei comportamenti autolesivi.
Il trauma psicologico è tale per cui il sistema psichico della persona non può integrarlo e rimane quindi dissociato dal resto dell’esperienza psichica, causando così la sintomatologia psicopatologica relativa.
Un ricordo immagazzinato in modo disfunzionale produce residui mnestici frammentati che possono riattivarsi in modo del tutto involontario (flashback, immagini, pensieri automatici, ecc.), quando ad esempio una situazione (una persona aggressiva, il pavimento di un determinato colore, un rifiuto, ecc.) che ha con essi una qualche somiglianza li risveglia, arrivando ad assumere un carattere disadattivo.
Permettere al cervello di elaborare questo eventuale bagaglio significa riportarlo al suo naturale equilibrio, permettendogli così di concludere un’operazione fisiologica patologicamente interrotta.
A chi si rivolge
Adulti o persone in età evolutiva che vogliano risolvere un disagio che è difficile gestire e che mina la qualità della loro vita.